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Sedazione cosciente in odontoiatria: pro e contro

31 Mag 2021

La sedazione cosciente è una pratica consolidata in odontoiatria che permette a pazienti particolarmente sensibili di affrontare le sedute odontoiatriche, interventi chirurgici e tecniche diagnostiche lievemente invasive, senza avvertire dolore ma soprattutto riducendo l’ansia e lo stress emotivo. Vediamo allora in cosa consiste esattamente, quali sono i casi e i soggetti per cui si somministra la sedazione e in quali casi è invece sconsigliata. 

 

Sedazione cosciente in odontoiatria: definizione 

La sedazione cosciente che viene praticata in odontoiatria, ma anche in altri casi medici, è una tecnica anestesiologica – detta anche sedo anestesia –  che consiste nella somministrazione di farmaci sedativi analgesici e anestetici al paziente prima di affrontare un intervento. 

Esistono tre livelli di sedazione. In quella cosciente viene somministrata oltre ai farmaci una composizione di protossido di azoto e ossigeno. Il paziente rimane perfettamente cosciente e vigile. Un secondo livello di sedazione è quella moderata che prevede l’impiego di un solo farmaco, come ad esempio la benzodiazepina, che riduce moderatamente il livello di vigilanza del paziente. Infine, abbiamo la sedazione profonda in cui il paziente non è più vigile e non è dunque in grado di rispondere agli stimoli verbali.

 

Come viene praticata la sedazione cosciente in odontoiatria? 

Il dentista o l’anestesista responsabile della procedura analizza come prima cosa la storia clinica del paziente ed effettua i dovuti controlli medici per verificare se ci siano impedimenti di rilievo alla sedazione e individua le dosi e le tempistiche di somministrazione più adatte. 

A questo punto si procede con l’inoculazione dei farmaci via endovenosa attraverso una sorta di siringa (l’ago cannula). Durante la somministrazione il medico tiene costantemente monitorati i parametri vitali del paziente (battito cardiaco, pressione, frequenza respiratoria, ossigenazione del sangue ecc.) e la capacità di risposta agli stimoli. 

In aggiunta ai farmaci ansiolitici, nel caso odontoiatrico, si prevede anche l’inalazione attraverso una mascherina nasale di una miscela di protossido di azoto e ossigeno presenti in percentuale variabile e modulate sulla singola persona. La sedazione cosciente per via inalatoria ha lo scopo di rendere il paziente maggiormente predisposto e tranquillo durante l’intervento e di potersi rilassare, pur rimanendo sveglio e rispondente.

 

In quali casi e su quali pazienti si opta per la sedazione cosciente? 

Questo tipo di sedazione viene praticata in casi specifici e con pazienti cosiddetti odontofobici, ovvero quei soggetti che per svariati motivi hanno sviluppato una particolare ansia nei confronti degli interventi odontoiatrici in occorrenza dei quali si verificano attacchi di panico, tachicardia e un significativo abbassamento della soglia del dolore. 

La sedazione cosciente, inoltre, può rivelarsi utile in tutti quei casi in cui il paziente presenta patologie come cardiopatia, ipertensione o epilessia. È una pratica a cui si può ricorrere anche nei casi di disabilità intellettive o cognitive in cui i movimenti eccessivamente incontrollabili e improvvisi del paziente possano interferire con le operazioni del medico durante lo svolgimento di interventi delicati. 

Un’altra categoria che può richiedere il ricorso a questo tipo di analgesia sedativa è quella dei pazienti in età pediatrica. Anche i bambini infatti possono sviluppare forme di odontofobia o presentare una particolare irrequietezza nei confronti degli interventi odontoiatrici. 

 

Per quali soggetti invece può essere rischiosa? 

Fin qui abbiamo visto i benefici della sedazione cosciente in odontoiatria ma è bene tenere presente che esistono anche dei rischi e dei casi in cui non può essere praticata. 

La miscela di protossido di azoto e ossigeno in sé non è tossica, non causa allergie, non ha controindicazioni con altri farmaci e viene facilmente eliminata dall’organismo attraverso la respirazione e può essere utilizzata sui bambini dai 3 anni in su.

Tuttavia è controindicata su pazienti di qualsiasi età che presentino problemi o patologie respiratorie, in particolare in soggetti con sinusite, raffreddore, bronchite e in generale qualsiasi difficoltà a respirare con il naso.  È sconsigliato anche nei primi tre mesi di gravidanza, in pazienti che hanno subito un intervento al timpano, in pazienti oftalmici, o con broncopolmonite acuta, enfisema e sclerosi multipla.

Inoltre l’uso ricorrente dei farmaci utilizzati per la sedazione cosciente può causare dipendenza fisica e psicologica. Alcuni pazienti che sperimentano questo tipo di sedazione per un qualche trattamento odontoiatrico iniziano a richiederla anche per interventi che non necessiterebbero di sedazione. Questo comporta anche dilemmi di non poco conto dal punto di vista deontologico per il dentista. 

La sedazione con protossido rimane una pratica con dei rischi e delle implicazioni psicologiche e va applicata solo nei casi effettivamente necessari. Per tutti questi motivi nella nostra clinica abbiamo deciso di non introdurre la sedazione cosciente. 

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