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Suzione del pollice: a che età non va più bene?

29 Giu 2021

La suzione del pollice è uno dei comportamenti più frequenti e naturali che caratterizza i primissimi anni di vita. Si tratta di un riflesso istintivo che dà al bambino un senso di rassicurazione e sollievo. Viene chiamata anche suzione non nutritiva in quanto non è finalizzata alla necessità di nutrirsi. Entro i tre anni non va vista come un’abitudine cattiva o da disincentivare. Se però il gesto di portarsi il pollice alla bocca si protrae anche dopo, ciò potrebbe avere alcune conseguenze sullo sviluppo della dentatura

 

A cosa serve la suzione del pollice

La suzione del dito accompagna il bambino già dalla fine del primo trimestre di gestazione. Tra la 13° e la 14° settimana è possibile osservare nei feti il chiaro gesto di portarsi il dito in bocca. Nei primi mesi di vita, succhiarsi il pollice è un gesto che ha effetti positivi sulla regolazione del battito cardiaco, sulla ritmica di veglia-sonno, sulla respirazione, sullo sviluppo psicomotorio del bambino e sulla regolazione dell’umore e dello stress.

Questo gesto primordiale permette anche al neonato di sviluppare un altro tipo di suzione che è quella nutritiva, che richiede una coordinazione non scontata della lingua e della bocca. Oggetto della suzione non è solo il pollice, ma è anche il seno o il ciuccio. Quella al seno, in particolare, non finalizzata alla nutrizione, ha l’importante ruolo di mantenere un’elevata frequenza di stimolazione della mammella nelle fasi iniziali dell’allattamento o se la produzione di latte è bassa.

Durante i primissimi anni di vita la suzione del pollice non costituisce dunque un problema ed è anzi un comportamento del tutto naturale e fisiologico. I pediatri generalmente raccomandano i tre anni come età oltre la quale questa abitudine va invece disincentivata. Vediamo di capire perché. 

 

Conseguenze della suzione non nutritiva prolungata

Dal punto di vista odontoiatrico, la suzione non nutritiva del pollice, ma vale anche per il ciuccio, quando permane oltre il terzo anno di vita come abitudine regolare del bambino può comportare alcune conseguenze sullo sviluppo della dentatura. 

La suzione non nutritiva, in particolar modo del ciuccio, oltre l’età consigliata rischia infatti di deformare le arcate dentarie incidendo negativamente sullo sviluppo dell’occlusione. Questa correlazione di causa effetto tra suzione prolungata e malocclusione è stata studiata da diversi autori ed è stato accertato che la probabilità di sviluppare una malocclusione di seconda classe, di morso crociato posteriore, di morso aperto anteriore oppure una loro combinazione è positivamente correlata con la suzione non nutritiva che si protrae oltre i tre anni. Più nel dettaglio, la suzione del pollice risulta particolarmente associata allo sviluppo di morso aperto anteriore, cioè quando gli incisivi superiori si inclinano verso fuori e quelli inferiori verso l’interno. Queste conseguenze sono dovute principalmente alla forza che la suzione del dito o del ciuccio esercita sulla dentizione decidua che si sta sviluppando. Anche la deglutizione e la fonazione possono subire dei cambiamenti a causa della suzione non nutritiva. 

Per tutti questi motivi, per un genitore è importante riconoscere quando questa abitudine si trasforma in un vizio da interrompere con le giuste modalità. 

 

Come interrompere l’abitudine di succhiare il pollice? 

Succhiare il pollice oltre l’età consigliata può rappresentare una fonte di stress per i genitori che tentano invano di togliere questa abitudine ai propri figli. Tale difficoltà e la resistenza dei bambini ad abbandonare la gestualità del pollice in bocca si spiega prendendo in analisi gli aspetti psicologici del comportamento. La suzione non nutritiva viene considerata da alcuni psicologi come una prima forma di dipendenza. Si attiva, cioè, a livello neuronale un meccanismo di ricompensa che spinge il bambino alla ricerca dell’oggetto di dipendenza, rinforzando il comportamento della suzione. 

Per questo, se si vuole indurre il bambino ad interrompere l’abitudine, intervenire con punizioni o rimproveri è controproducente. Bisogna anche tenere a mente che il dito in bocca è per il bambino una forma di autoconsolazione, impedirgli di farlo con metodi autoritari non lo aiuta.  È importante invece entrare in dialogo e spiegare in modo semplice perché succhiarsi il dito non va più bene. Spiegargli ad esempio attraverso delle favole o dei giochi che mettere il dito in bocca non è igienico e che può rovinargli i dentini. 

Premiare i suoi progressi e prevedere un premio finale può essere una motivazione in più per aiutarlo a smettere. Un’altra strategia è creare delle attività alternative che possano compensare il conforto che il bambino prova nel succhiarsi il pollice, attività che gli tengano le mani occupate e che distolgano la sua attenzione. Infine, anche l’intervento di una persona esterna alla famiglia può essere di aiuto per responsabilizzarlo maggiormente. 

In Progetto Sorriso, per accompagnare genitori e bambini nella crescita sana e controllata della dentatura e più in generale per mantenere in salute la bocca dei più piccoli, abbiamo sviluppato un programma dedicato: Progetto Bimbi Sani. Un percorso dedicato a bambini, ma anche ai genitori che vogliono ricevere informazioni e consigli per assicurare ai propri figli uno sviluppo sano della loro dentatura.