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Estrazione dente del giudizio: quando è necessaria e cosa aspettarsi

17 Giu 2025

L’estrazione del dente del giudizio è una delle operazioni odontoiatriche più comuni e più temute dai pazienti. I denti del giudizio, o terzi molari, spuntano solitamente tra i 17 e i 25 anni e, nella maggior parte dei casi, causano fastidi legati a una crescita anomala o a una mancanza di spazio nell’arcata dentale. 

La decisione di procedere con l’estrazione dipende da diversi fattori: dolore ricorrente, infezioni gengivali, carie inaccessibili o una posizione del dente che danneggia quelli vicini. In alcuni casi, il dente può restare incluso – cioè non fuoriuscire completamente dalla gengiva – e creare infiammazioni croniche o cisti.

L’intervento di estrazione del dente del giudizio viene eseguito in anestesia locale ed è solitamente rapido, anche se può variare in complessità a seconda della posizione del dente. In genere, dopo un’attenta visita, l’odontoiatra stabilisce se è opportuno procedere in via preventiva o se rivolgersi ad altri rimedi

Quando il dente del giudizio va estratto

Non tutti i denti del giudizio devono essere rimossi: in alcuni casi, crescono in posizione corretta, emergono completamente dalle gengive e non interferiscono con gli altri denti, risultando perfettamente funzionali. Tuttavia, questa situazione è piuttosto rara. Più spesso, i denti del giudizio sono soggetti a eruzioni parziali, inclinazioni anomale o mancanza di spazio nell’arcata dentale. Quando ciò accade, possono spingere sui molari adiacenti causando spostamenti dentali, dolori diffusi alla mandibola e problematiche ortodontiche.

Un altro caso frequente è rappresentato dai denti inclusi o semi-inclusi, ossia quei denti che restano sotto la gengiva o emergono solo in parte, lasciando esposta una zona difficile da pulire. Questa condizione favorisce l’accumulo di batteri e placca, con conseguente rischio di infiammazioni gengivali (pericoronite), carie profonde e infezioni ricorrenti. In tali situazioni, l’estrazione diventa non solo raccomandata, ma necessaria per prevenire danni più gravi e dolorosi.

I segnali che possono suggerire la necessità di rimuovere il dente del giudizio includono dolore persistente o pulsante, gonfiore localizzato, difficoltà nella masticazione, rigidità nell’apertura della bocca, infezioni frequenti della gengiva, alito cattivo non giustificato da altre cause e mal di testa o dolori irradiati al collo e all’orecchio.

Come si svolge l’estrazione e il recupero post-operatorio

Una volta accertata la necessità dell’estrazione, il professionista valuta radiografie e panoramiche per pianificare l’intervento. L’estrazione del dente del giudizio può essere semplice – nel caso di un dente ben visibile e facilmente accessibile – oppure chirurgica, quando il dente è incluso o in posizione obliqua. In quest’ultimo caso si procede con un’incisione della gengiva e, talvolta, con la frammentazione del dente per facilitarne la rimozione. L’intera procedura dura in media tra i 20 e i 40 minuti.

Nel post-operatorio è normale sperimentare gonfiore, fastidio e una leggera limitazione nell’apertura della bocca. Il dolore si gestisce con comuni analgesici, mentre è fondamentale seguire alcune indicazioni: evitare cibi duri o caldi, non fumare e mantenere una buona igiene orale. La guarigione completa richiede generalmente una settimana, ma molti pazienti riprendono le normali attività già dopo 2-3 giorni.

È importante monitorare eventuali complicazioni come infezioni, alveolite o emorragie persistenti, che vanno segnalate tempestivamente al dentista. In ogni caso, l’estrazione è oggi una procedura sicura, rapida ed efficace per preservare la salute del cavo orale.

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